martedì 12 luglio 2016

LA PIETRA NERA.

CURIOSITÀ: 
La «pietra del serpente» o «pietra nera», è nota in Africa, in India e nell'America Latina, quale antidoto sicuro contro il morso dei serpenti velenosi. Essa si presenta come una lamella di sostanza nera, dura, compatta, a superficie liscia, che si applica sulle ferite provocate dai denti del rettile.
La leggenda vuole che un missionario cattolico ne abbia ricevuto il segreto da un payé sud-americano in punto di morte e, trasferitosi a Ceylon, di lì abbia dato avvio alla grande diffusione dell'antidoto.
L'esemplare in nostro possesso ci venne donato a Ceylon nel 1952 e misura circa 3 cm x 1 cm x 0,5 cm. Laboriose indagini accertarono che si tratta di corno di cervo carbonizzato e che tale materiale è noto nella etnomedicina di molte parti del mondo. 
In Italia il corno di cervo tostato è considerato, nel la medicina popolare, quale antidoto contro le morsicature delle vipere, tanto che in Friuli è detto «piére de vipare» («pietra della vipera»). In Brasile la «piedra de veado» («pietra di cervo») gode grande prestigio anche contro le punture di tutti gli animali velenosi nonché contro ferite infette, bubboni, ulcere, di cui allevia tra l'altro il dolore. Lo si prepara facendo cuocere in forno una palla di argilla da vasi, nel cui centro è stato collocato un pezzo di corno di cervo. Dopo la cottura e la rottura della terra cotta, il corno va bagnato con latte e conservato, fino al momento dell'uso. Prima di applicarlo nella pelle va bagnato di nuovo con latte; esso aderirebbe fortemente assorbendo il veleno, prima di staccarsi spontaneamente. L'uso non è accompagnato da alcun rituale, ma per neutralizzare la «pietra» avvelenata e conservarne le proprietà bisogna bollirla col latte. Raramente viene usata anche la raschiatura di corno, la quale è invece diffusa in Venezuela accanto al corno carbonizzato o «piedra oriental», del tutto analogo a quello brasiliano. La raschiatura del corno, posta in un infuso di yerba buona (Menta Píperita L.) calma il singhiozzo, ferma la diarrea, uccide i vermi intestinali; posta nel vino serve per frizionare contro i dolori ossei ed articolari. Nelle farmacie è reperibile un estratto alcolico del corno. Altre preparazioni più complesse curano il paludismo, l'epilessia ed il mal di denti.
Anche nelle Filippine il corno di cervo abbrustolito è molto in voga e forse ha avuto un'origine spagnola. In un Dizionario Bisaya - Espagnol del 1885 se ne segnala l'uso volto a confezionare piedras de culebra, cioè «pietre del serpente», che sono usate, a livelli popolari anche sulle morsicature dei cani eventualmente idrofobi, e vengono introdotte nelle mangiatorie per prevenire le malattie del bestiame.
In India e in Ceylon le "pietre nere" applicate localmente costituiscono il trattamento d'elezione contro gli ofidi. Esse sono di varia origine, ma non manca tra gli ingredienti il corno bruciato, che può essere venduto anche in apposite scatolette munite di istruzioni per l'uso.

Le «pietre nere» hanno grandissima diffusione in Africa, non solo contro i serpenti, ma anche per curare ferite, escoriazioni, ascessi, paterecci, e perfino tetano ed idrofobia. Tali pietre sembrano però differire dalle vere "pietre nere" perchè sarebbero ottenute da ossa di bovini, mancando le corna del cervo.
Circa le proprietà delle «pietre nere», innanzitutto si tratta di carbone animale le cui virtù adsorbenti sono note in vari tipi di avvelenamento. Per di più il corno di cervo (Cervus Nippon) sta alla base della panacea sovrana della medicina tradizionale cinese nota come pantui e usata da millenni specialmente per ringiovanire. Dal pantui fu isolata la «pantocrina», le cui proprietà farmacologiche spesso coincidono con le indicazioni tradizionali. Essa agisce anche in casi di intossicazioni e di setticemie e può essere assunta per bocca, per iniezione e per contatto. Pare anche che le ossa combuste dei bovini contengono «pantocrina».
Non meraviglia quindi che qualche reale risultato possa derivare dall'uso di «pietre nere» o di «pietre dei serpenti».

Tratto da: 

1983 - The “Serpent-stone” or the “Black stone”
Antonio Scarpa
Volume:  Quaderni Scienze Antropologiche, n. 9, 1983
Luogo:  Padova


Antiche leggende narrano che è usata anche per la lingua delle suocere, la pietra si attacca e non si stacca finche non ha succhiato tutta la cattiveria, chissà se hanno ragione...




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